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Libreria Lagorai

Non rinunciare alla magia...ordina on line e ritira in libreria

FuTurismo - Un accorato appello contro la monocultura turistica

Michil Costa
Raetia
2022

Le ripercussioni della monocultura turistica sono evidenti soprattutto sulle Alpi: strade congestionate, seconde case, vuote, che fanno lievitare i prezzi immobiliari, impianti di risalita e piste su ogni vetta, concorrenza spietata tra strutture alberghiere.

Ma è proprio questo quello che gli ospiti stanno cercando?

Chi è Michil Costa

Ecologista e albergatore ladino, è nato nel 1961 a Corvara in Alta Badia e con la sua famiglia gestisce l’Hotel La Perla (membro di The Leading Hotels of the World) e il Berghotel Ladinia. Da, qualche anno, poi, è anche in Val D’Orcia, a Bagno Vignoni, con lo storico Albergo Posta Marcucci. È presidente della Maratona dles Dolomites. Nel 2007 ha fondato la Costa Family Foundation che promuove progetti di sviluppo in Africa, Asia e Sud America.

Perchè leggere questo libro - spiegato da Michil Costa

Tutte le cose importanti, sagge, decisive, illuminanti, assolute, poetiche, meravigliose e imprescindibili sono già state dette, scritte, musicate, dipinte, filmate, scolpite. E forse, visto come sta girando il mondo, appaiono del tutto inascoltate, perfino inutili. E allora perché scrivere un libro, l’ennesimo fra i tanti?

E perché leggere un libro proprio del sottoscritto?

Prima Aristotele o Nietzsche, e se ci si vuole divertire davvero ecco Gogol, e se si vuole piangere, ecco Saramago. Più qualche decina di migliaia di scrittrici e scrittori che di sicuro sono assai più istruttivi di un libro che parla di turismo e di ladini, di paure e conflitti, di opportunità e incontri.

Ecco, l’incontro. Il senso della vita. Certe volte penso di aver scritto un libro perché volevo incontrarmi. Dare sostanza ai miei pensieri nelle notti illuminate dai fiocchi di neve, nei giorni assolati delle estati dolomitiche così brevi, così lancinanti. Avvertivo un’impellente necessità, sentivo il desiderio di confrontarmi in tutta umiltà con le saggezze dei grandi del passato, riscriverle riflettendoci e provare a comprenderle. Ora che è pubblicato, ed è una strana sensazione sfogliarlo fra le mani, ho capito che grazie a questo libro mi sono educato, che ho tirato fuori il meglio di me stesso, che ho incontrato persone meravigliose lungo il cammino. E ho capito che la migliore versione di me stesso deve ancora palesarsi.

E già, il futuro, il tempo, la vita. Sulle parole, a quanto pare inutilmente, si deposita il tempo. Un tempo che va oltre la raffigurazione stessa della parola e si dilata oltre i suoi confini. Questo è il potere delle parole, che acchiappano un oggetto, un volto, un paesaggio e nello stesso istante lo immobilizzano nel tempo, al di là di ogni aspetto documentativo. Dunque, perché leggere queste parole fresche di stampa?

Se c’è una ragione plausibile è che vorrei che queste parole, queste pagine, fossero il pretesto di un incontro: con chi le legge e le sfoglia, con me, con il mondo che ci appartiene.

Le pagine non vogliono essere un monologo, piuttosto un dialogo. Un principio di confronto. Questo mi piacerebbe: avviare un discorso con chi vuole condividere il mondo – il concetto – dell’ospitalità. Che è praticamente tutto quello che ci ruota intorno. E allora leggiamoci a vicenda, troviamo fra parole, gesti, idee e creatività il modo di superare le barriere che l’industria turismo, per implementare se stessa, sta costruendo intorno a noi.

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