
Ombre sulla neve Milano-Cortina 2026. Il "libro bianco" delle Olimpiadi invernali
Luigi Casanova2021
Luigi Casanova (1955), bellunese, già custode forestale nelle Valli di Fiemme e Fassa e ora in pensione, è una voce storica dell’ambientalismo. Il suo impegno sociale è nato nell’antimilitarismo e nel Movimento Nonviolento. È stato presidente di Mountain Wilderness Italia e oggi ne è presidente onorario. Per quasi due decenni, fino a maggio 2020, è stato vicepresidente di Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), ancora oggi è membro del Consiglio direttivo di Italia Nostra del Trentino e rappresenta le associazioni ambientaliste nella Cabina di regia delle aree protette e dei ghiacciai del Trentino. Scrive per il mensile Questo Trentino. Ha scritto “Avere cura della montagna” (Altreconomia, 2020) e "Ombre sulla neve" (Altreconomia 2022).
Olimpiadi 2026: facciamo il tifo per gli atleti ma anche per l’ambiente! Un libro che non fa sconti a chi – come sempre – sfrutta i “grandi eventi” per i propri affari e interessi, senza curarsi dei bisogni reali del territorio e di chi lo abita. Un invito a informarsi e ribellarsi, nel nome della montagna.
Un’inchiesta sui Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. Perché si può amare lo sport ma raccontare come questo “grande evento” – al pari di altri in passato – abbia un impatto devastante sul territorio alpino e i suoi abitanti.
Questo libro, infatti, con la forza dei fatti e dei numeri, smentisce la favola dell’Olimpiade “a costo zero e sostenibile” e denuncia l’assenza di una valutazione ambientale complessiva a livello nazionale e di un confronto aperto con cittadini e associazioni ambientaliste.
E inoltre l’invadenza di infrastrutture insostenibili come le opere stradali inquinanti, i palazzetti-cattedrali nel deserto e gli ampliamenti dei domini sciistici che coinvolgono tre Regioni, Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, oltre alla città di Milano.
L’alternativa? Un’etica che dia una nuova dignità alla montagna e combatta davvero lo spopolamento, con piccole opere che hanno una ricaduta sociale positiva sul territorio, rispettando i valori identitari delle alte quote – come la sobrietà – e i reali bisogni: servizi, sanità, lavoro, un turismo diverso.
Leggi un'estratto della Prefazione a cura Vanda Bonardo, naturalista, insegnante, attivista e responsabile nazionale Alpi di Legambiente e membro del direttivo Cipra Italia.
Il Comitato di presidenza di Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi) ha discusso a più riprese a cavallo tra 2021 e 2022 - a proposito del significato attuale delle Olimpiadi invernali nelle Alpi: un tema non nuovo, tornato in auge con la candidatura Milano-Cortina 2026.
Già nel 1998 Cipra con la pubblicazione dell’opuscolo Grandi manifestazioni sportive invernali nelle Alpi ne osservava con preoccupazione i grandi cambiamenti, in relazione alle sempre maggiori dimensioni e ai crescenti interessi della politica e del mondo economico. Un gigantismo che contrasta con la fragilità degli ecosistemi montani in un’era dove i cambiamenti climatici - anche attraverso eventi drammatici quali il crollo della Marmolada - ci impongono strategie di adattamento di tutt’altra natura.
Le esperienze degli ultimi decenni ci portano quindi a concludere che le Alpi non sono adatte a ospitare grandi eventi come i Giochi olimpici, così come sono intesi attualmente. Un riscontro palpabile di queste criticità si avverte anche nella sempre più forte contrarietà ai Giochi che serpeggia tra le comunità alpine.
I referendum nei Cantoni svizzeri del Vallese e dei Grigioni, nel Tirolo austriaco, a Salisburgo e Monaco di Baviera, hanno dimostrato come gran parte della popolazione alpina non sia più disposta a subire le conseguenze negative delle Olimpiadi invernali. UN EVENTO INSOSTENIBILE PER TUTTA LA CATENA ALPINA 8 La Cipra condivide queste istanze e per darne voce in una lettera aperta datata gennaio 20221 ha chiesto al Comitato Olimpico Internazionale di riconsiderare i piani per i Giochi invernali, compresi quelli di MilanoCortina 2026.
Noi riteniamo che la regione alpina non dovrebbe essere utilizzata come sede di tali eventi, almeno finché non si affermerà un chiaro ripensamento sull’uso delle risorse nella preparazione e nello svolgimento dei Giochi. Per essere realmente sostenibili le Olimpiadi invernali dovrebbero - a nostro modo di vedere - comprendere meno discipline e prevedere l’affluenza di un numero di persone di gran lunga inferiore; dovrebbero inoltre essere ospitate esclusivamente in aree climaticamente idonee e prevedere l’utilizzo di strutture esistenti. In altre parole si chiede di commisurare l’impatto alla possibilità di sopportazione degli ecosistemi montani al fine di non alterare la capacità funzionale degli ecosistemi stessi, evitando di pregiudicarne irreversibilmente gli equilibri.
La Vas ovvero “La valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente naturale” introdotta nella Comunità europea dalla Direttiva 2001/42/CE avrebbe dovuto costituire un presupposto indispensabile per valutare l’impatto complessivo dei Giochi Milano-Cortina 2026, e mai ci saremmo immaginati che venisse bypassata con tanta leggerezza, come è avvenuto. La mancanza di una risposta alla richiesta di chiarimenti sull’assenza di una Vas nazionale da parte delle maggiori associazioni ambientaliste italiane ha creato non poco sconcerto.
Ma ancor più incomprensibile, per non dire disarmante, è stato l’atto di commissariamento del Governo che, dopo appena otto giorni da una breve interlocuzione con le associazioni sul tema delle Vas attraverso l’allora viceministro Alessandro Morelli, senza alcuna remora il 23 febbraio 2022 ha nominato un Commissario straordinario per ben otto importanti interventi riguardanti i Giochi, Luigi Valerio Sant’Andrea.2 Il commissariamento straordinario degli interventi per recuperare l’evidente ritardo sulla tabella di marcia dei lavori non è una buona soluzione per un territorio di grande valore naturalistico, per di più tutelato dalla Convenzione delle Alpi. Si pone chiaramente in direzione contraria ai principi di sostenibilità richiesti dall’Europa. Dell’intero percorso di valutazione è rimasta solo una Vas nazionale limitata all’organizzazione degli eventi sportivi. Ben poca cosa rispetto a una valutazione complessiva dell’impatto dei Giochi sull’intero territori